giovedì 2 giugno 2016

DAL BASSO#16 - La morte risale a ieri sera - Duccio Tessari - 1970



Considerando che, per me, Raf Vallone è tipo dio (Il cammino della speranza e Riso amaro, ma poi tutta la vita, il calciatore, la voce, mia nonna che diceva belli come Raf Vallone nessuno, lo sguardo, la voce, i partigiani, la fuga dalle SS, la voce, la voce), vederlo in un film catalogabile come Italian giallo mi ha stupito e incuriosito, vista la fama mediocre che il genere (con le dovute eccezioni, sia per le pellicole che per la critica, giustamente) si porta dietro; sì, proprio Raf Vallone, il paladino del cinema neorealista, di Germi, di De Santis, di Lattuada, di Malaparte!




La morte risale a ieri sera, film di Duccio Tessari del 1970, è innanzitutto un thriller vero e proprio più che un giallo, anzi un quasi noir, avendo come caratteristica peculiare del giallo solo il mistero sull'identità del colpevole. Per il resto, si discosta totalmente dai toni e dalle atmosfere dell'epoca: niente sangue scarlatto, niente omicidi efferati (come solo gli omicidi sanno essere), niente scene erotiche né misteriose femme fatale. Ecco, se proprio dovessi indicare qualcosa tipicamente 70iano e italiano allo stesso tempo sceglierei il cattivo gusto per la creazione dei personaggi e il casting degli stessi (la figlia ninfomane e ritardata, recitata da cani e alta un kilometro, per fortuna poco presente in scena), detto senza nessun problema e senza che la mia stima imperitura verso il genere ne sia ridimensionata. Un noir all'italiana, quindi, con un commissario con la sinusite (un buon Frank Wolff), un agente hippie e un padre disperato come investigatori; ognuno con la propria pista da seguire, ognuno con i propri metodi di indagine. E i personaggi di contorno sono incredibilmente vivi e finti e sgradevoli, tutto allo stesso tempo: una prostituta nera che si chiama Herrero e beve J&B, un magnaccia di nome Salvatore che vende auto, e poi una commessa di lavanderia, un industriale con una voglia sulla guancia e così via.




Eppure il racconto scorre bene, anzi, una meraviglia: non ci sono palesi contraddizioni e neppure gravi errori di continuità; ci si perde un po' troppo dietro alla vita di coppia del commissario di polizia, ma tant'è, solo qualche momento di accettabile confusione. Il titolo riprende una battuta del film, a caso, senza che questa sia emblematica di qualcosa e nemmeno inserita in un monologo recitato da dio (la pronuncia il commissario, se non sbaglio). Le scene fighe non mancano, eh: San Siro post partita è top, così come perfettamente costruite sono la morte di Salvatore (spoiler), la ricerca di Amanzio-Raf Vallone nel condominio, e il finalone-resa dei conti vera e crudele e propria. La regia è pulita e senza sbavature, accompagna i personaggi e la storia senza impadronirsene, quasi senza farsi notare. Un'ultima nota di merito (annunciata dal preambolo iniziale) per Raf Vallone, e chi se no?, che con la sua incredibile interpretazione salva un film dalla mediocrità sopracitata propria del genere; insomma, salva, diciamo che fa quel che può per un film che di personalità ne ha poca (e questo aumenta la mia curiosità per l'altro approdo al genere di Tessari, Una farfalla con le ali insanguinate, descritto come l'opposto di questo). Infine, attenzione alla versione: il film su Youtube risulta mancante di una parte fondamentale, quella della scoperta dell'orsetto di Donatella.

1 commento:

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