sabato 26 settembre 2015

DAL BASSO#8 - Sei donne per l'assassino - Mario Bava - 1964



È il 1964 e c'è qualcuno, in Italia, che è avanti di tanti, tantissimi, anni: il suo nome è Mario Bava. La produzione è italo-franco-tedesca (come si può intuire dai favolosi titoli di testa), il cast internazionale, tra cui spiccano i nomi di Eva Bartok e Cameron Mitchell, protagonisti indiscussi della pellicola.




L'inizio è subito (fotograficamente) pazzesco, folgorante: un cartello, il vento, il rosso dappertutto, una fontana illuminata, wow! Con Sei donne per l'assassino, Bavva detta a tutti gli stilemi del giallo all'italiana (etichetta successiva) e forse anche dello slasher tout court (idem, anche se Reazione a Catena è sicuramente più riconoscibile e identificabile); è vero giallo, con colpevoli, colpi di scena, ritmo pazzesco e intelligente costruzione della storia. C'è un detective, scaltro e attento, ci sono delle prove sparse qua e là, con sapienza e fortuna, e lo spettatore nulla di più conosce; Sei donne per l'assassino, oltre ad essere il capostipite di una serie lunga dieci, quindici, venti anni esagerando, non è kitsch e scritto mediocremente come alcuni dei successivi di Bava (Il rosso segno della follia, per esempio). Rimane, come in tutta la produzione baviana, un certo gusto visivo, intuitivo, se si può dire, e registico, certamente; l'innata classe di Mario Bava è straripante ed emerge senza ostacoli, con i suoi segni distintivi, il rosso, il sangue, gli abiti, le scenografie, gli arredamenti. Scenografia e location che meritano un discorso approfondito, numerose le ville laziali, ed in particolare romane, scelte sia per gli spazi esterni bui, lugubri, misteriosi, quasi gotici, che per i favolosi interni (incredibile, veramente, la scena della seconda morte ambientata nel laboratorio di antiquariato).




La storia è semplice, una morte ne scatena altre, i colpevoli sono due, uno, uno?, la fine è amara, amarissima come in altre occasioni; non ci sono sconti per nessuno, niente sopravvive alla distruzione scatenata dal genere umano, ma qui è interpretazione, forse banale, anzi senza dubbio banale. Vero giallo in tutti i suoi aspetti, quindi, e non solo come esempio di cinema di genere, Sei donne per l'assassino è stato capace di travalicare i confini nazionali e imporsi come influenza importante per i futuri cineasti; insomma, mai come per questo Bava, la definizione di "avanti" è stata azzeccata. Ultima nota per il trucco, pazzesco, come sempre, e per la colonna sonora, magmatica, superba, e quel sassofono, dio!, quel sassofono. 

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