venerdì 8 maggio 2015

VISIONI #12 - Fear X



Fear X, 2003, si apre con le tende, le tende e una finestra, e queste tende si aprono a loro volta portandoci dentro gli occhi di Henry, John Turturro, e dentro ciò che vede, o ciò che crede di vedere.




I movimenti di camera sono subito numerosi, dilatati, carrellate e zoom, e sono rappresentativi, sin da ora di quello che Refn sarà successivamente con Drive e ancor di più con Only God Forgives; non siamo ancora a quel livello di esageratezza scenica e registica (sia positivamente, molto, che negativamente, poco), anche se il modo in cui sono girati il finale e le parti oniriche gettano molti semi di quello che verrà. La colonna sonora è da urlo, Brian Eno; il sound design anche, ogni minima cosa, che sia un ticchettio di orologio o uno squillo di telefono, è pensata, analizzata, spazializzata. La prima parte, diciamo fino a 50 minuti buoni, può essere descritta come un ottimo thriller, teso, inquietante, senza speranza. La ricerca del colpevole nei pixel e nelle immagini sfocate, che a loro volta generano sfocature registiche assolutamente non casuali, nasconde la disperazione di un uomo, appunto John Turturro, eccezionale, e il suo impossibile tentativo verso la verità: questa patina, il velo (le tende), che solo nei sogni, nelle visioni, sembra dissolversi.




E poi ci viene svelata la soluzione e da lì in poi è tutto una delusione, una pessima copia di Lynch, come molti hanno fatto notare; se, inizialmente, può sembrare reale ciò che è successo (sterminare i poliziotti corrotti?, seriamente?), il finale in ospedale ci fa capire che niente, o almeno gran parte, di quello che abbiamo visto, dal primo incontro con la polizia (i dubbi sulla moglie, la vacanza, la foto sfocata del colpevole), è realmente accaduto. E mulholland-drive-mente tutto pare ritornare, ogni piccola cosa, e come non pensare ancora a Lynch e a Strade Perdute quando ritrova la fotografia nella casa del vicino, quando viaggia in macchina in prospettiva, quando è nel rosso albergo (gli ascensori sono una fissa di Refn). Solo che come scrittura e montaggio, cioè inteso come direzione imposta al montaggio, non siamo dalle parti di Lynch (nemmeno nel tentativo allucinato di passaggio realtà – sogno); affiora, quindi, nella mia testa, l'amara consapevolezza che Fear X è un film intrigante ma sbagliato, non a fuoco, come le VHS consumate da Henry Caine.

6-

1 commento:

  1. ma sei sicuro che alla fine era tutto un delirio del protagonista? il fatto che trova quelle foto nella casa di fronte alla sua non ha senso. Poi ci entra solo perchè ha visto una visione della moglie. Perchè un colpevole il regista te lo dà e anche il motivo.

    RispondiElimina

Copyright © 2014 Direzione Cinema