giovedì 7 maggio 2015

VISIONI #11 - Sun don't shine



C'è tutto un mondo dietro Sun don't shine, il vero micro (macro) cosmo indie, finalmente, statunitense, quello del mumblecore e di Rick Alverson, quello, soprattutto, di Shane Carruth, qui produttore esecutivo, e della bellissima Amy Seimetz, attrice, regista, scrittrice, produttrice.




L'inizio è fulminante: una donna, Crystal, la protagonista, annaspa ed è quello che lo spettatore sarà costretto a fare per i successivi ottanta minuti: trattenere il fiato per cercare altro ossigeno, attendere un attimo di pausa, che non arriverà, anzi. È un thriller, c'è una pistola carica, è un noir, c'è l'atmosfera, la rarefattezza, la ricerca di, è un dramma, è un "neo" (come rilevato da parecchie recensioni), inteso come post cinematografico, post schemi, inteso come errore, come scheggia indefinibile. La recitazione, estremamente sopra le righe e, quindi, eccessiva, è voluta, preparata incredibilmente per gli standard odierni, perché le reazioni dei personaggi devono distruggere e scombussolare la storia, intesa come processo narrativo cinematografico classico; queste (re)azioni devono fare in modo che si esca dai binari prestabiliti (prestabiliti dalla strada, dalla fuga, dall'amore, dalla pistola nel cruscotto, dal cadavere nel bagagliaio). E l'effetto ottenuto è quello della presenza indesiderata dello spettatore, dell'ascoltare e vedere qualcosa di estremamente criptico, incomprensibile, inarrivabile, per noi come per gli attori (quando fuori dal personaggio). 




I dialoghi sono tutti, o quasi, fuori campo, come Malick e La rabbia giovane dicono molti, non sono convinto, basta la camera a mano e qualche controluce?, non so; ed anche questi, comunque, i dialoghi, insomma, contribuiscono all'angoscia, allo svolgimento della trappola, di questa matassa inestricabile. Ci sono sovrapposizioni di voci, dialoghi dissonanti, incomprensibili, necessari all'atmosfera evocata da Amy Seimetz, costringente e soffocante, in cui chiunque è fuori dalla storia può considerarsi un intruso. Enorme nota di merito alla fotografia, parecchie inquadrature sono illuminotecnicamente, non esiste, eppure questo è, da pelle d'oca, luci, tonalità, saturazione. Non vedo l'ora di proseguire con quello che il mondo sommerso (mainstream) USA ha da offrire.

7

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