venerdì 15 maggio 2015

DAL BASSO#1 - Le orme - Luigi Bazzoni - 1975



Florinda Bolkan (necessariamente si parte da lei) è stata, per un breve (ha importanza?) periodo, richiestissima in Italia, come attrice, donna, personalità. Nel film di Luigi Bazzoni, Le orme, del 1975, è assoluta protagonista di un bizzarro racconto sulla paranoia, sulla follia, sulla memoria. 




Sono tutte donne, del resto c'è anche la giovane Nicoletta Elmi, in qualche modo simbolo del film all'italiana degli anni, dappertutto, e l'unico uomo reale (spoiler) finisce morto (spoiler). Inizia tutto in città, Florinda-Alice è una traduttrice e perde due giorni, o forse tre, nel senso che non ricorda nulla, tranne una cartolina strappata, vicino al cestino, eccola, il cestino di una casa bellissima, con degli oggetti di scena fantastici (il postmodernismo italiano del design, lode allo scenografo, lode all'architetto di scena). Ed a questo punto, senza nemmeno pensarci, la nostra Florinda decide di partire per la città ritratta nella cartolina, Garma, situata vicino ad Hinton (nomi bellissimi). Ah, chiaramente, Alice-Florinda ha delle visioni di un film sconvolgente, che la terrorizza(va) e la tormenta notte e giorno, oniricamente; il cattivo della situazione, del media, è Klaus Kinski, chi altro?, una parte minuscola, eppure soddisfacente, all'altezza. La fotografia, di Vittorio Sturaro, è molto buona, nelle parti sci-fi-low cost grandiosa, allucinante; nella realtà (cinematografica) usa alla perfezione la luce naturale per separare i piani di profondità della narrazione (frase incomprensibile, forse). 




E, nonostante dei dialoghi ridicoli (inteso come modernamente non sufficienti), Florinda ci mette tutta se stessa e la performance è meravigliosa, alcuni primi piani sono mozzafiato, e noi non possiamo fare altro che crederle, lei non è pazza, è solo Catherine Deneuve in Repulsion di Polanski e quel finale, saturato, straziante, violento (cioè non violento in maniera assoluta, ma rispetto al lento progredire della storia, alla dilatazione di spazi e tempi, omicidio incluso)! E, infine, Le orme è anche un lavoro sulla memoria umana, forse involontariamente, ma non ha importanza, in cui i ricordi non sono collocati collocabili nel tempo, non sono cronologicamente necessari, bensì rimovibili, cancellabili, modificabili, cosa è vero e cosa è falso? Un film da riscoprire, per il suo non essere gestibile all'interno di un genere, per il suo essere inclassificabile.

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